Di: Rebecca Marchegiani
La prima volta che Vogue decide di osare così tanto per trasmettere un messaggio molto importante: Vogue da sempre non si volta indietro durante la guerre o le crisi.
Rimbomba questo concetto in tutte le pagine:
“Restare inermi vuol dire farsi andare bene lo status quo”
Il tanto stimato magazine poteva scegliere di portare in copertina una collana di illustrazioni come era stato fatto per il mese di gennaio, quando trovammo sulla cover, una proposta di sostenibilità con l’augurio di poter evitare sempre più l’inquinante giro che c’è dietro uno shooting tra modelle, ufficio stampa, fotografi, vestiti spediti, viaggi, ore di tempo.
E invece no! Vogue sceglie il bianco! Ma perché il bianco?
il foglio bianco è silenzio ma anche parola,
il foglio bianco è rispetto, ma anche protesta,
il foglio bianco è il modo con cui Emanuele Farneti e tutto il team dell’editoriale ha scelto di combattere:
il silenzio della copertina contro le parole, le riflessioni, gli sketch di stilisti che ipotizzano la forma del coraggio e la libertà di vestirsi per poter (quando sarà) uscire, il modo con cui i social ora come mai, rappresentino la connessione, la raccolta di fotografie e autoscatti e opere d’arte che troviamo anche nella bandella della rivista (l’aletta, l’estensione in seconda e terza di copertina) , all’interno del mensile.
Come si comporterà nel prossimo mese il pilastro editoriale della moda?