Di: Stefano Secci
Il lancio dell’ultima collezione firmata dal brand francese è stata
presentata lo scorso 6 agosto durante una sfilata tenutasi a Shanghai,
ed è stata seguita in diretta streaming da più di 300.000 persone. Il
tema della sfilata era legato alla sostenibilità e all’inclusività, nella
seconda tappa di un “tour” di sfilate che ha visto Parigi come prima
meta e vedrà ancora Tokyo come sede della prossima presentazione.
La collezione presentava 80 capi ed era divisa in 3 segmenti così
ripartiti: 25 outfit erano delle riedizioni, 25 ottenuti grazie a scarti di
precedenti collezioni e 30 totalmente inediti. Inoltre la location utilizzata
è stata quella di un porto circondato di container di metallo raffiguranti il
monogama LV, i quali facevano da cornice a una passerella totalmente
spartana e “arrangiata”



Fin qui tutto ottimo si direbbe, un successo su tutta la linea, se non
fosse che nei giorni appena successivi sono state mosse accuse molto
pesanti nei confronti di Virgil Abloh, direttore creativo del brand,
additato di aver in gran parte plagiato la collezione presentata nel 2016
dal designer belga Walter van Beirendonck, dalla quale avrebbe copiato
non solo le trame e i tagli sartoriali di parecchi capi, cosa piuttosto
comune nell’ambiente, ma anche alcune scelte stilistiche
nell’accostamento di accessori e colori.
La polemica non si è fatta attendere dentro e fuori dai social dove, su
Instagram in particolare, i fan di WvB si sono schierati apertamente
contro il fondatore di Off-White, definendolo incapace di un lavoro
creativo e ispirato di prima mano.
Qui di seguito alcune immagini relativa alle due sfilate, oggetto del
“reato”.


VA si è immediatamente difeso dicendo che le accuse di WvB erano
completamente infondate e che sono anzi faziosamente mosse da un
desiderio diffamatorio nei suoi confronti. “L’ispirazione di questa
collezione arriva dal DNA di Louis Vuitton, in modo specifico dalla
collezione maschile del 2005, ed è stato palesemente sottolineato e
specificato agli addetti stampa al momento dell’inizio dello show” ha
detto il designer statunitense.
La replica non si è fatta attendere e Walter van Beirendonck ha
dichiarato pubblicamente che “Virgil l’ha rifatto” e che non era la prima
volta che usava il suo mondo, le sue idee, colori, firme, tagli e forme
come moodboard delle sue collezioni. Secondo il belga, Abloh avrebbe
sfruttato la sua fama per appropriarsi di un immaginario altrui, cercando
di relegare il problema a un esercizio di ispirazione sull’idea trascinante
della collezione legata al riciclo e riutilizzo.
Chi ha ragione in questa diatriba?
Sicuramente è innegabile notare numerose somiglianze nei modelli,
relegate però a una decina di outfit su un totale di 80, i quali sono a loro
volta solo una parte dell’immensa collezione primavera-estate Louis
Vuitton 2021, che continuerà a essere presentata a tappe nel corso
dell’anno.

Ciò che c’è da rendere atto al designer di Louis Vuitton è sicuramente
un utilizzo geniale delle strategie di marketing atte a fomentare l’hype
per suoi lavori. In questo caso infatti, attraverso un cortometraggio che
ha anticipato le sfilate, LV ha messo in mostra le avventure di alcuni
personaggi animati coinvolti in un viaggio verso differenti città. I
personaggi sono poi stati ripostati nella pagina Instagram ufficiale del
brand, mentre indossavano alcuni spoiler della collezione, fungendo un
po’ da anticipatori e da mascotte per i più “aficionados”.
https://www.youtube.com/watch?v=LBcF7k85a1Q&feature=emb_title
https://www.instagram.com/p/CDeXap0Ipw3/?utm_source=ig_embed