Di: Maria Mennone
Pensare alle diverse collezioni di uno stesso brand di moda viene tradizionalmente associato ai designer e i direttori creativi che negli anni si sono succeduti al suo interno.
E se finora sembrava impossibile immaginare una maison o un label privi di un head director o al contrario, gestiti da più creativo contemporaneamente, Alexander McQueen è pronto a farci ricredere.
Si chiama MCQ il nuovo tecnologico label-piattaforma pensato dal noto brand britannico: una sorta di collettivo composto da giovani creativi, ciascuno dei quali libero di esprimere la propria visione.

Un approccio, questo, mai tentato prima e che McQueen fa partire smantellando “McQ by Alexander McQueen” sua seconda linea, in favore di un nuovo marchio totalmente distaccato rispetto al label d’origine.

MCQ gira intorno all’idea di assenza di una gerarchia interna, dando modo a ciascun designer ne faccia parte, di presentare ciclicamente la propria visione artistica attraverso il drop di intere collezioni che il nuovo brand chiama “icons” e delle quali prevede un’uscita fuori dalla rigida calendarizzazione dell’industria del fashion; infatti, lavorando all’interno di un doppio ciclo di sei mesi, ci sarà la pubblicazione di almeno tre collezioni per ciclo.

McQueen pone anche un forte accento sulla democratizzazione in questo suo nuovo progetto, rendendolo un dialogo aperto tra giovani designer di tutto il mondo e una piattaforma che offre loro concretamente l’opportunità di affacciarsi alla fashion industry globale.
MCQ dona voce e totale responsabilità a creativi che senza non avrebbero potuto averne altrettante; gli da carta bianca su tutto, dalla progettazione dei bozzetti alla regia del fashion show.

Lo stilista non è più solo figura di rappresentanza promozionale a fine sfilata o in conferenza stampa ma prende tutto il pacchetto, oneri e onori tra i quali quello di venir riconosciuto come mente dietro ad ogni capo, attraverso una nuova tipologia di etichetta che, oltre al nome del brand, da credito al designer di ciascun item, recandone il nome e affiancandolo a quelli di tutti i suoi collaboratori.
A livello visuale McQueen esprime l’apertura alla collaborazione di questo nuovo iter attraverso il suo logo: la Phantom Jack, una rivisitazione in chiave minimale della bandiera inglese (la Union Jack ndr) che però non vuole essere un simbolo di fedeltà nazionalista, ma piuttosto l’effigie di una fluidità internazionale, tanto da venir rappresentata come una bandiera con linee laterali convergenti verso un centro che resta “aperto”.
Altra innovazione di MCQ è la sua feature tecnologica, sarà infatti possibile decodificare ogni icon in uscita attraverso la piattaforma digitale MYMCQ, che mediante la combinazione di una tecnologia blockchain ed NFC, riesce a tracciarne tutto il percorso produttivo e l’autenticità.
Da un nuovo brand così orientato al futuro non ci si può aspettare niente di meno che un’attenzione particolare ad esso, infatti McQueen si impegna a ridurre l’impatto ambientale del proprio packaging, utilizzandone un unico dalla produzione iniziale all’arrivo del prodotto in casa del cliente.

Quello di McQueen è indubbiamente un concreto passo in avanti verso la rottura dello status quo nell’industria della moda, del quale MCQ spera di essere uno dei pionieri attraverso la release della prima icon, l’ormai più che prossimo 3 Settembre.