Di : Maria Mennone

Nasce dall’idea del duo artistico formato dagli attivisti ambientalisti Gan Golan e Andrew Boyd e prende il nome di “Climate Clock” il grande “orologio climatico” installato lo scorso 19 settembre, in occasione della Climate Week, su una facciata esterna del palazzo Metronome a sud della Union Square di Manhattan (sostituendo temporaneamente l’opera-orologio “The Passage” di Kristin Jones e Andrew Ginzel ndr).
Il progetto nasce come un enorme reminder che a caratteri cubitali e luminosi riporta ad una data precisa: il 1 gennaio 2028, la quale starebbe ad indicare il tempo limite entro il quale la terra dovrebbe ridurre le proprie emissioni annuali di CO2 al fine di evitare un’irreversibile catastrofe ambientale.
Il tutto si basa su precisi dati ricavati dai più recenti studi condotti dall’Onu e da altri gruppi di ricerca, in particolar modo quello del MCC – Mercator Research Institute on Global Commons and Climate Change, in materia di cambiamenti climatici e sulle disposizioni presenti all’interno dell’Accordo di Parigi, secondo il quale, i paesi del mondo si impegnano ad impedire che la temperatura media globale superi i 1,5/2 °C rispetto alle medie pre-industriali.
Perciò la domanda alla quale il Climate Clock risponde è sostanzialmente una: “quanto tempo ci resta prima di raggiungere le restanti emissioni possibili per 1,5/2 °C, supponendo che la loro tendenza degli ultimi 5 anni resti costante anche nei prossimi?” E “circa 7 anni” è la non proprio rassicurante risposta.
Ma nonostante ciò, l’orologio climatico, se pur non nel più ortodosso dei modi, vuole anche ricordarci che, con il contributo concreto di tutti i paesi del mondo, il loro impegno rispetto alla diminuzione delle emissioni e a sostegno dello sviluppo di energie rinnovabili, c’è una concreta possibilità di rendere reversibile la situazione.

“L’umanità ha il potere di aggiungere tempo all’orologio, ma solo se lavoriamo collettivamente e misuriamo i nostri progressi rispetto a obiettivi definiti” si legge sul sito ufficiale del Climate Clock.

Da poco l’opera è stata dismessa ma il suo messaggio resta forte e da New York arriva in ogni dove, infatti grazie al sito ufficiale dell’iniziativa ( https://climateclock.world ) è possibile monitorare la situazione attraverso dati sempre aggiornati risguardo la deadline della crisi climatica e le percentuali delle energie rinnovabili volte a raggiungere la neutralità carbonica (le cosiddette “emissioni zero” ndr) in grado di contrastarla. In più la pagina web dedicata, offre le istruzioni su come progettare il proprio Climate Clock da esibire in spazi pubblici, grandi e piccole comunità, al fine di sensibilizzare creando dibattito e concrete prese di posizione sull’argomento.